Casalduni e Pontelandolfo

I Luoghi Dove si è Verificato uno dei Fatti Più Cruenti del nostro Passato

Ai più, i tragici eventi accaduti a Casalduni e Pontelandolfo il 14 agosto 1861 rimangono sconosciuti, persino agli stessi abitanti del Sannio. Questo perché la volontà degli occupatori sabaudi, che hanno poi forgiato l’Italia unita, è stata quella di celare questi orribili misfatti, seppellendoli sotto il peso della storia ufficiale. È con profonda tristezza e indignazione che mi accingo a narrare questi fatti, troppo spesso dimenticati, ma che meritano di essere ricordati per l’orrore e l’ingiustizia che portarono con sé.

Il 14 agosto 1861, le truppe piemontesi, in risposta a una presunta insurrezione brigantesca, misero a ferro e fuoco i paesi di Casalduni e Pontelandolfo. In quella calda giornata estiva, centinaia di uomini, donne e bambini furono massacrati senza pietà. Le case furono incendiate, i corpi lasciati nelle strade come monito per chiunque avesse osato opporsi al nuovo regime.

Questi villaggi furono presi di mira non solo per la loro resistenza, ma come simbolo di una più vasta opposizione al processo di unificazione che, per molti nel Meridione, significava oppressione, sfruttamento e perdita della propria identità. Le truppe sabaude, incaricate di reprimere il dissenso, non risparmiarono nessuno. Fu un massacro, una strage che non trova giustificazione, se non nel cieco desiderio di imporre un ordine che avrebbe cancellato la memoria di intere comunità.

La storia ufficiale, quella scritta dai vincitori, ha sempre minimizzato, se non completamente ignorato, questa atrocità. Eppure, il sangue versato in quei giorni grida giustizia e verità. La memoria di quei fatti vive ancora nel cuore di chi conosce la vera storia del nostro popolo, ma troppo spesso rimane soffocata dal silenzio imposto da chi non ha mai voluto che questa pagina oscura venisse alla luce.

Come donna del Sud, sento il peso di queste vite spezzate, di queste storie dimenticate. Mi addolora profondamente pensare che per costruire la nostra nazione, si siano dovuti sacrificare innocenti in nome di un’unità che per molti significò solo oppressione. Mi rammarico che la storia di Casalduni e Pontelandolfo non venga insegnata nelle nostre scuole, che non sia parte della nostra memoria collettiva.

È nostro dovere ricordare questi eventi, non per riaprire vecchie ferite, ma per rendere giustizia a chi è stato vittima di un progetto di unificazione che, per il Sud, si è spesso tradotto in dolore e perdita. Solo riconoscendo questi errori, possiamo sperare in una vera riconciliazione e in una memoria storica che sia davvero condivisa.

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Tu nunn'o saje - Trementisti

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